Data | Foggia, 23/11/1973 |
Edizione | Roma, Ed. Edi-Pan 1998 EP 8595 |
Durata | 22’53 |
Testo | Libretto di Sergio Massaron |
Personaggi | Signora Francesca, mezzosoprano – Comm. Ambrogio Galbusera, baritono – Rag. Brambilla, tenore |
Organico | 2.2.2.2. – 2.2.0.0. – archi |
Prima esecuzione | Savigliano, 30/11/74 – Teatro Milanollo – Sergio Massaron, direttore – Riccardo Cecchetti, regista – Signora Francesca, Adriana Ricci Materassi – Comm. Ambrogio Galbusera, Giuseppe Lamacchia – Rag. Brambilla, Giancarlo Marcotti |
Discografia | CD Edi-Pan – PAN 3070 (1998) (Italia) Orchestra Nazionale polacca – Silvano Frontalini, direttore – Signora Francesca, Barbara Krahel – Comm. Ambrogio Galbusera, Jerzy Mechlinsky – Rag. Brambilla, Ireneusz Jakubowski |
Con quest’opera la vena comica dell’autrice viene messa in risalto e sembra riesumare settecentesche ridanciane atmosfere in un clima d’oggi. La sua infatti è una comicità tutt’altro che solare, colorandosi di amarezza e malinconia alla maniera, poniamo, de L’HEURE ESPAGNOLE di Ravel o del CORDOVANO di Petrassi, in cui la donna è chiamata al tradimento adulterino più dalla noia esistenziale che da una vera e propria decisione. Il brioso ma pungente testo di Massaron c’introduce nella Milano bene dei “Commenda”, con improvvise fortune, industriali e amorose: paradossalmente solo grazie ad un prestito di fiducia assegnatogli dal Comm. Galbusera, il timido e impacciato Rag. Brambilla riesce a godersi le grazie della moglie di lui. Una situazione grottesca, acre, in cui i personaggi si muovono come maschere predestinate al loro ruolo e dove alla fine l’ignara vittima si propone ancora disponibile per ulteriori sacrifici, divenendo inconsapevole carnefice di se stesso. Il boccaccesco dell’intrigo (nel senso di una “intelligenza” messa al servizio dell’appagamento amoroso) si stempera perciò in un clima oggettivo, asciutto, quasi da teatro di marionette, dove i sentimenti grandi e profondi sembrano momentaneamente banditi. Ovvero nella rivincita dei Monsù Travet di tutto il mondo contro i loro panciuti megadirigenti. La musica della Procaccini caratterizza in maniera efficacissima le situazioni comiche, grottesche, amorose, con temi ricorrenti che identificano i personaggi, ne sottolineano le azioni e i sentimenti. In conclusione un’opera divertente e briosa in cui tradizione e modernità vanno a braccetto, senza traumi o patemi, né ostentazioni polemiche o sofismi concettuali.